Le Gallerie dell’Accademia di Venezia sono uno dei siti italiani più visitati e ospitano una straordinaria collezione di dipinti che celebrano Venezia e l’arte veneziana.
Raggiungibile comodamente in vaporetto in 15 minuti dalla stazione ferroviaria (linea 1 o linea 2 dalla Stazione direzione Lido – Fermata Accademia), il museo ti apre le sue porte dalle prime ore del mattino e dispone di un servizio di prenotazione online per saltare le interminabili code d’attesa davanti alla biglietteria prima di poter entrare.
Il nostro staff sarà lieto di poterti aiutare e fornirti tutte le informazioni sui servizi aggiuntivi che il museo offre ai propri visitatori.
Venezia è sempre stata considerata da artisti e pittori il centro delle belle arti: infatti, nei secoli scorsi, la città pullulava di giovani studenti avidi di un sapere artistico che le opere pittoriche ed architettoniche dei grandi maestri dell’arte sapevano raccontare.
Inizialmente aperta come un’accademia di scultura, pittura e architettura civile, la Galleria raccoglieva le opere degli studenti frequentanti, ma nel corso degli anni, divenne luogo adatto a riunire tutti i capolavori artistici sparsi per Venezia. Con il tempo, la collezione è aumentata grazie a numerose donazioni private e attualmente si possono contare più di 800 pezzi unici ed autentici dei più famosi artisti del mondo.
Se al disegno di Michelangelo, si aggiunge il colore usato da Tiziano si può facilmente arrivare alla corrente artistica dettata da Jacopo Robusti detto il Tintoretto (1519-1594).
Il dinamismo della pittura tintorettesca è una caratteristica che esalta ogni quadro dell’artista: è evidente il desiderio di annotare qualcosa che non sta davanti agli occhi, ma appare e si dilegua. Non cose fisiche, ma immagini nella mente.
All’interno delle Gallerie, soffermati ad ammirare il suo grande olio su tela Miracolo dello schiavo (1548): il fatto miracoloso occupa una piccola parte del quadro, che è per lo più occupato da una folla che straripa e osserva il fatto con reale sgomento.
Il vuoto al centro rende protagonista il santo che scende in picchiata come un deus ex machina: un’esplosione di colori e luce in pieno giorno che esalta il miracolo posto in secondo piano. Tintoretto in questo dipinto riesce a creare un pathos tipico del dramma teatrale capace di uscire dalla tela e trasferirsi nell’osservatore.
Altre opere note dell’artista veneziano le puoi ammirare all’interno delle bellissime sale del Palazzo Ducale e della Scuola Grande di San Rocco, ma la sua produzione è distribuita nei più famosi musei internazionali: dal National Gallery di Londra al Musée du Louvre di Parigi.
Paolo Caliari detto il Veronese (1528-1588) si forma nell’ambito delle correnti manieristiche come il celebre collega, Jacopo Tintoretto: entrambi celebrano con entusiasmo le glorie di Venezia ed interpretano gli stili di vita della società veneziana del secondo Cinquecento.
Con pari successo, i due grandi pittori si dividono gli incarichi ufficiali per le decorazioni dei saloni del Palazzo Ducale e condividono con il pubblico il loro grande talento.
Due delle sue grandi opere sono conservate all’interno delle Gallerie: la prima è l’Allegoria della battaglia di Lepanto (1572-1573) che rappresenta due scene ben differenti, ma strettamente connesse fra loro. Se nella parte inferiore l’evento bellico fra Lega Santa e Impero Ottomano si svolge al largo di Lepanto, in Grecia, nella parte superiore la personificazione di Venezia, assistita da alcuni santi, implora la Madonna per un esito positivo dello scontro.
La seconda opera del Veronese è la Cena a casa di Levi (1573), commissionata al pittore per sostituire un dipinto del Tiziano andato distrutto all’interno della Basilica di San Giovanni e Paolo. Il tema doveva essere quello dell’Ultima cena di Cristo, ma il Veronese decise di interpretare la richiesta in modo innovativo.
L’aggiunta di animali e bambini, servi e giullari che corrono intorno a Gesù, seduto al centro del dipinto, oltre all’inserimento di molti personaggi poco interessati alla cena, furono delle modifiche non apprezzate dalla Santa Inquisizione che chiese immediatamente all’autore di cambiare dipinto o perlomeno di correggerne il titolo.
Un altro esponente della pittura veneta molto conosciuto per i suoi capolavori è Vittore Carpaccio (1465-1525): precedente al Tintoretto e al Veronese, il Carpaccio “vede e comunica ciò che si vede” e riporta ogni cosa possibile nei suoi dipinti.
Conosciuto per realizzare teleri, tele di vaste proporzioni applicate direttamente ad una parete e dipinte con colori ad olio, il pittore veneziano partecipò a grandi cicli pittorici per le principali Scuole della città. Destinato alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, il capolavoro Miracolo della Croce a Rialto (1496) è esposto nelle Gallerie dell’Accademia: il miracolo della guarigione di un ossesso vicino a San Silvestro viene trasposta su tela con gran maestria.
Le capacità cronistiche e il talento nel riportare i numerosi particolari fanno di Carpaccio il testimone perfetto della Serenissima: dal dipinto, sappiamo che il Ponte di Rialto era di legno prima del crollo del 1524, oltre a capire come erano costruiti i principali palazzi adiacenti come il Fondaco dei Tedeschi e il porticato di Ca’ de Mosto.
Questo articolo riprende solamente alcune delle opere degli artisti più famosi e conosciuti, ma le Gallerie dell’Accademia ospitano numerosi altri capolavori che potrai scoprire visitando le sue sale durante il tuo soggiorno a Venezia.