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Jul 2024
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Il ghetto Ebraico di Venezia: alla scoperta di un quartiere affascinante
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Il ghetto Ebraico di Venezia: alla scoperta di un quartiere affascinante

Il ghetto Ebraico di Venezia è il primo e vero ghetto d’Europa: nel cuore del sestiere di Cannaregio, esattamente ad un paio di minuti dal nostro hotel, questo vivace rione della città mantiene al suo interno le istituzioni religiose ed amministrative ebraiche.

Una grossa porta di legno e un sottoportego identificano l’entrata di una delle aree più frequentate di Venezia – tre sinagoghe e il museo ebraico sono visitabili grazie a numerosi tour guidati.

Se sei curioso di scoprire le origini e tutte le curiosità che rendono questo luogo intriso di fascino e mistero, questo breve articolo ti avvicinerà per un breve istante al mondo ebraico insediatosi in laguna a partire dal XIII secolo.

La storia del ghetto Ebraico di Venezia

Da sempre grande centro di scambi fra Oriente e Occidente, Venezia è conosciuta come un luogo dove più etnie riescono a convivere senza conflitti. Infatti, fin dall’inizio del XI secolo, la comunità ebraica si insediò in città, obbligando la Repubblica ad organizzare la coesistenza di religioni diverse all’interno della stessa isola.

Nel 1516, la Serenissima stabilì che gli ebrei avrebbero dovuto abitare in una sola zona di Venezia: venne così destinata un’area, dove precedentemente erano situate le fonderie pubbliche e venivano fabbricate le bombarde. Tanto è vero che il nome ghetto deriva dalla parola veneziana “géto” che significa fondere quest’area veniva chiusa durante la notte e i cristiani veneziani effettuavano delle ronde per controllare eventuali assalti notturni.

Cosa visitare nel ghetto Ebraico

L’itinerario ideale alterna la visita delle sinagoghe (schole) e del museo con una passeggiata nelle piccole calli circostanti ai campi del ghetto. Vi consigliamo di acquistare il biglietto di 12 euro, che consente di accedere a 3 delle 5 sinagoghe, oltre al museo ebraico.

Il piccolo museo ebraico, fondato nel 1954, conserva al suo interno importanti oggetti di manifattura orafa e tessile che testimoniano l’importanza della comunità presente in quest’angolo di città.

Le sinagoghe, anima del ghetto, sono luoghi di preghiera collocati sulla sommità di palazzi già esistenti: esse sono difficilmente riconoscibili dall’esterno, ma al loro interno nascondono grandi sorprese. La sinagoga Todesca, quella Italiana e la sinagoga Canton sono le più antiche e si trovano nel Campo del ghetto novo, mentre quella Spagnola e quella Levantina sono collocate nel Campo del ghetto vecio.

Il nostro suggerimento è quello di alzare gli occhi e cercare fra i vari palazzi, quelli con 5 finestre ben allineate – 5 come il numero dei libri della Torah, il libro sacro ebraico.

Il ghetto Ebraico: tutto quello che non sai

Passeggiando nel Campo del ghetto novo, ti accorgerai della presenza di 3 banchi di pegno: il banco rosso, il banco verde e il banco nero, probabilmente chiamati così per il colore delle ricevute che consegnavano. Infatti, in cambio della libertà di culto, il governo della Serenissima obbligò gli ebrei a gestire queste istituzioni finanziarie a Venezia. Con un tasso di interesse massimo fissato dalla Repubblica, essi non potevano assolutamente accettare in pegno armi e oggetti di culto religioso.

Parlando di usurai veneziani, probabilmente non sai che il ghetto Ebraico è stato idealmente set cinematografico de Il Mercante di Venezia (2004), tratto dall’omonima opera teatrale scritta da William Shakespeare. L’attore Al Pacino nelle vesti di Shylock, celebre usuraio ebreo veneziano, sfilò sul red carpet della 61esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, dove il film venne proiettato per la prima volta fuori concorso.

Una curiosità enogastronomica si rifà ad un piatto tipico Veneziano: le sarde in saor. Le saporite sardine fritte condite con cipolle marinate, pinoli ed uvetta sarebbero provenienti dalla tradizione Ebraica e non propriamente di origine lagunari. In ogni caso, è possibile apprezzare i sapori della cucina Kosher nei vari ristoranti e forni della zona.